MONSTER ENERGY: Attenzione bevanda satanica con arsenico che provoca la morte

13.04.2018 08:27

 

MONSTER ENERGY: Attenzione bevanda satanica con arsenico che provoca la morte

 

CONTRO DIO

le bevande Monster Energy sono in qualche modo collegate con l’opera di Satana. La donna spiega gli indizi che il produttore della popolare bevanda energizzante ha nascosto sulla lattina. A partire da interruzioni nella lettera ‘M’, la donna spiega che essa simboleggia la lettera ebraica vav – la sesta lettera dell’alfabeto ebraico – ed asserisce che le le tre linee della ‘M’ siano sinonimo di 666, il Segno della Bestia. Fa notare poi come questo si ricollega con slogan pubblicitario della bevanda, che è proprio: “Scatena la bestia”.

Per quanto riguarda la ‘o’ nella parola ‘Monster’, richiama l’attenzione su una croce. La donna aveva dunque pensato che dietro al “Monster” potesse esserci una società cristiana, ma poi, osservando che alla base della lattina abbiamo le lettere “BFC” che starebbero per “Big f * cking possible“, ha capito che di sicuro non sono presenti sentimenti filo-cristiani. Ancora, la stessa “o” di Monster capovolta si trasforma in un simbolo sovversivo. Si prosegue affermando che i produttori utilizzano la popolarità delle bevande contenenti molta caffeina per entrare nelle case cristiane. “Questo è il modo intelligente in cui Satana cerca di entrare nella vita dei Cristiani e spezzare il cuore di Dio “

 

PROVOCA LA MORTE

Può metterti le ali, ma può anche ucciderti: una quattordicenne del Maryland ha bevuto due grosse lattine di Monster Energy e ventiquattro ore dopo è crollata. Due lattine della nota bevanda energetica da 0,7 litri corrispondono alla caffeina contenuta in sette lattine di Coca-Cola. L’autopsia ha confermato che Anaïs F. è deceduta a causa di un «grave scompenso cardiaco dovuto all’avvelenamento da caffeina». La famiglia della giovane ha deciso di fare causa al gruppo, questo è precipitato in borsa, mentre la Food and Drug Administration sta indagando altre morti sospette.

ACCUSA - L’abuso dell’energy drink, Monster Energy, potrebbe aver causato la morte di una ragazza di 14 anni. La denuncia è scattata da Wendy Crossland, madre della giovane deceduta a fine dicembre 2011 per un'aritmia cardiaca. La donna ha avviato un’azione legale contro l'azienda produttrice collegando il decesso della figlia Anaïs all’abuso della bevanda, riferisce il New York Times. Se nel frattempo l'azienda americana ha respinto ogni accusa - evidenziando come la morte della ragazza non sia in alcun modo riconducibile all'assunzione della bevanda - a Wall Street Monster Beverage ha terminato la seduta di lunedì in ribasso del 14,2% (da metà giugno il titolo ha perso oltre il 40% del suo valore). Monster Beverage ha inoltre sottolineato che – dopo aver venduto oltre 8 miliardi di lattine - è la prima volta in 16 anni che viene riscontrato un legame tra la bevanda e un decesso. MORTI SOSPETTE - Ciò nonostante non è l’unica accusa di questo tipo contro la società. Shelly Burgess, portavoce della Food and Drug Administration, ha detto al New York Times di aver ricevuto negli ultimi tre anni cinque segnalazioni di decessi che potrebbero esser stati causati da un consumo eccessivo dell’energy drink. Le bevande analcoliche negli Stati Uniti possono contenere non oltre 71,5 milligrammi di caffeina per 0,35 litri. Tale limite non viene tuttavia applicato agli energy drink visto che sono considerati degli integratori alimentari. Nelle lattine di Monster Energy da 700 millilitri sono contenuti 240 milligrammi di caffeina, 50 mg più che nella lattina della concorrente Red Bull. Per le giovani ragazze e i ragazzi le bevande energetiche sono una «trappola mortale», accusa la madre della 14enne.

 un ragazzo è morto negli Usa dopo aver bevuto 24 lattine della nota bibita energizzante. Non è la prima volta che la bevanda finisce sotto accusa anche in Italia.

Monster Energy Drink, la nota bibita energizzante a base di caffeina, finisce sotto accusa dopo la morte di Dustin Hood, 19enne americano collassato sul campo da basket dopo aver ingerito la bevanda. A riportare l'accaduto è Tmz.com, sottolineando che il padre ha fatto causa all'azienda produttrice della bibita chiedendo non meglio specificati danni per la morte del figlio. Da quanto si apprende, l'autopsia ha accertato che il giovane Dustin è morto a causa di un arresto cardiaco innescato da un eccesso di caffeina. Secondo la ricostruzione di Tmz, la vittima, deceduta nel 2015, avrebbe ingerito l'equivalente di 12-14 lattine di Coca Cola. Non è la prima volta che la Monster Energy Drink finisce al centro delle accuse per i livelli di caffeina evidentemente troppo elevati. Ci saranno delle ripercussioni nella distribuzione anche in Italia? La Monster Energy Drink finisce nuovamente nell'occhio del ciclone dopo la morte di Dustin Hood, il 19enne americano morto sul campo da basket dopo aver assunto una quantità probabilmente eccessiva della bevanda energizzante.

 

IN ITALIA

In Italia in passato, come riportato da ilfattoalimentare.it, si era assistito al ritiro di tre bevande della sopracitata marca. In quel caso, stando alle fonti riportate dal portale specializzato, era stata segnalata la presenza in eccesso di arsenico per un valore di 5,5 mg/kg-ppm rispetto a un limite massimo di 1,0 mg/kg-ppm, e dunque 5 volte superiore a quelli consentiti.

Il problema ha riguardato 33 paesi, alcuni dislocati in Asia e Africa e ha portato al ritiro di Monster Energy Drink in cinque regioni italiane: Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana e Veneto. Per il momento il Ministero della Salute tace: sarà il caso di valutare l'eventuale rischio derivato dall'assunzione della bibita?

 

Attenti ai vostri figli e a voi ragazzi, io ho proibito ai miei figli questa bevanda che chiamerei il veleno di satana, Dio fà sempre luce ai suoi figli per protegerli del nemico, siamo figli di Dio, fuori dalle nostre case il diavolo e i suoi demoni nel nome di Gesù Cristo nostro Maestro.

 

Fonte: diversi siti

                                                                                                                                                                           MARINO D.